Relazione on. Fucsia Fitzgerald Nissoli
Colleghi deputati,
il Protocollo al nostro esame, in sostanza, emenda la Convenzione fiscale italo-messicana del 1991. Esso si compone di tre paragrafi: il paragrafo A modifica l’articolo 3 della Convenzione tra Italia e Messico del 1991 contro le doppie imposizioni, introducendo un’innovazione di carattere formale e definitorio relativa alla denominazione del Ministero dell’economia e delle finanze, cioè l’autorità competente per l’Italia.
Il paragrafo B dispone la sostituzione dell’articolo 25 (scambio di informazioni) della Convenzione del 1991, prevedendo una più ampia cooperazione tra le amministrazioni dei due Paesi comprensiva del rafforzamento della cooperazione nella lotta all’evasione e dell’adesione agli standard dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in materia.
Le norme contenute nel nuovo articolo 25 rappresentano l’aspetto centrale del nuovo accordo bilaterale. Esse, infatti, definiscono una nuova base giuridica per intensificare la cooperazione amministrativa in materia di scambio di informazioni, includendo anche l’inopponibilità del segreto bancario, conformemente all’obiettivo prioritario dellalotta all’evasione fiscale nonché agli standard dell’OCSE.
I risultati derivanti dall’applicazione di tale nuovo quadro normativo costituiranno elementi utili al fine dell’inclusione del Messico nelle white lists (che verranno emanate dall’amministrazione finanziaria italiana ai sensi delle disposizioni recate dalla legge finanziaria per il 2008) dei Paesi che rispettano gli standard finanziari internazionali).
Il paragrafo C, infine, stabilisce che il Protocollo in esame entrerà in vigore, e le relative disposizioni diverranno efficaci, trenta giorni dopo la data di ricevimento dell’ultima delle notifiche con le quali gli Stati contraenti si informeranno reciprocamente del completamento delle procedure interne previste dai rispettivi ordinamenti. Il Protocollo resterà in vigore sino a quando lo sarà la Convenzione.
Mi preme richiamare conclusivamente la circostanza, già evidenziata nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento, che il complesso delle modifiche apportate dal Protocollo in esame non è idoneo a generare effetti diretti di perdita di gettito per l’erario italiano; piuttosto, in ragione della più efficace azione anti-elusiva e anti-evasione derivante dalle modifiche introdotte dal nuovo articolo 25 della Convenzione italo-messicana del 1991, si ritengono prevedibili positivi effetti di gettito, peraltro non quantificabili nella loro entità.
L’accordo consentirà di perfezionare ulteriormente la cornice giuridica di supporto ad un sistema di relazione economico-commerciali bilaterali che è sensibilmente cresciuto negli ultimi anno anche se le potenzialità restano ancora notevolissime. L’interscambio commerciale bilaterale è comunque superiore a quello che l’Italia ha con qualsiasi altro Paese latinoamericano.
La seconda economia dell’America Latina sta attraversando un fase congiunturale favorevole e si propone, con sempre maggiore successo, come la piattaforma manifatturiera del continente Nord America.
Alla base di quest’evoluzione positiva ci sono le opportunità offerte dalle politiche economiche del Messico, in particolare il livello di apertura economica e la legislazione in materia di investimenti esteri diretti. Segnalo anche la significativa complementarietà economica che si registra fra i due Paesi, specificamente nel settore manifatturiero. Il commercio bilaterale quindi è stato accompagnato da un processo di internazionalizzazione delle imprese italiane verso il Messico: ricordo che sono attualmente un migliaio le imprese italiane che vi operano.
Siamo in un periodo della nostra storia economica dove si sta sviluppando un nuovo approccio all’esportazione dislocando nel territorio di destinazione la produzione, oltre ad un crescente interscambio commerciale che nel periodo 2011/2012 ha raggiunto il valore di 3.744 milioni di euro con un incremento rispetto all’anno precedente del 15,8%, secondo i dati Istat, per cui appare di chiara evidenza l’importanza di accordi come questi che permettono una più stretta e coordinata cooperazione fiscale, senza ulteriore aggravio per l’erario ed anzi con ricadute positive in termini di aumento del gettito fiscale.
Concludo auspicando una celere adozione del provvedimento, già approvato dal Senato, per dare continuità aduna significativa e stimolante ripresa di attenzione da parte del nostro Parlamento nei riguardi delle economie e dei paesi dell’America latina e caraibica, che ha portato pochi giorni fa all’istituzionalizzazione, con cadenza biennale, della Conferenza Italia-America latina e caraibi nell’ambito del disegno di legge finalizzato a garantire il sostegno finanziario dell’Italia a due importanti banche multilaterali quali la Banca di sviluppo dei Caraibi e Banca interamericana di sviluppo .