(Roma, 16 gennaio 2015) – Oggi, l’on. Nissoli è intervenuta nell’Aula di Montecitorio in occasione dell’informativa urgente del ministro degli Affari esteri, Gentiloni, sulla liberazione delle due volontarie italiane rapite in Siria nel luglio 2014.
L’on. Nissoli ha espresso l’apprezzamento per le operazioni di liberazione delle due italiane complimentandosi con il ministro Gentiloni, “con l’Unità di crisi della Farnesina e con i servizi di intelligence per le sinergie che si è riusciti ad attivare per raggiungere l’obiettivo della liberazione”.
“Tuttavia – ha detto la Nissoli – la vicenda ci pone all’attenzione dei problemi che vanno affrontati con chiarezza. E’ lodevole che, in Italia, ci siano molti giovani mossi da ideali umanitari e questo va incoraggiato, ma riteniamo che vi debba essere una informazione più efficace sui pericoli che si corrono e favorire il coordinamento con le istituzioni, anche a livello europeo, senza nulla togliere all’iniziativa bella, lodevole e preziosa del volontariato spontaneo”.
“Oggi – ha aggiunto la parlamentare letta all’estero – è un giorno di festa perché abbiamo due italiane rapite ed ora a casa dalle loro famiglie e nella loro Patria ma non possiamo dimenticare chi è ancora nelle mani dei sequestratori ed il mio pensiero non può che correre a Giovanni Lo Porto, cooperante rapito nel 2012 nel Punjub e a Padre Paolo Dall’Oglio, gesuita, sequestrato a fine luglio 2013, sempre in Siria.
In Particolare, Padre Dall’Oglio, uomo di dialogo, proprio in Siria aveva promosso il dialogo interreligioso e pertanto simbolo chiaro di una pacificazione che il terrore non vuole raggiungere.
Dopo aver temuto per la sua esecuzione, le ultime informazioni, che Lei Signor Ministro potrà confermare se attendibili, ci dicono che sarebbe prigioniero dell’Isis a Raqqa”.
“Esultiamo – ha proseguito l’on. Nissoli – per Vanessa e Greta ma Le chiediamo di portarci a casa, il prima possibile, tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei rapitori. Inoltre, credo che vada fatta una riflessione approfondita su come aiutare gli operatori umanitari ad esercitare il loro ruolo in sicurezza e con efficacia. A tal proposito riteniamo opportuno, per chi parte, un colloquio preventivo con l’unità di crisi della Farnesina e l’istituzione di un apposito registro nazionale oltre a quello già esistente dei cooperanti”.
In conclusione l’on. Nissoli ha ribadito il “grazie per il lavoro fatto” e sollecitato ad andare “avanti con determinazione ad attivare tutte quelle innovazioni necessarie per garantire alle organizzazioni umanitarie ed al volontariato il difficile equilibrio tra il massimo di efficacia e la sicurezza.
La nostra società globalizzata e la cultura che sottende la nostra civiltà, ricca di umanità, ha bisogno anche di questi nuovi strumenti per esprimersi al meglio in un contesto socio-culturale in continua trasformazione”.